Foglie sparse | A proposito di zoo...
Ciao,
nella scorsa newsletter, anche attraverso il mio podcast, abbiamo parlato di benessere animale e zoo.
Sempre a proposito di zoo, in queste settimane si avvicendano notizie riguardanti le strutture ucraine: sui giornali leggiamo dello stato di emergenza, delle condizioni degli animali e degli operatori, che stanno cercando di garantire la sopravvivenza delle numerose specie nel migliore dei modi, della possibilità o meno di salvare gli esemplari in pericolo trasferendoli in altri paesi.
Cosa succede agli zoo in tempi di guerra? Non è la prima volta che la società si pone questo problema. Un celebre zoo anglosassone dovette adottare misure straordinarie - dalle più crudeli alle più creative - per riuscire a garantire un futuro agli animali e alle istituzioni che li accoglievano. Te ne parlerò tra poco.
La situazione degli zoo in Ucraina
In Ucraina ci sono tre grandi strutture zoologiche: il Nikolaev Zoo, il Kyiv Zoological Park e il Feldman Ecopark di Kharkiv. Dalle informazioni che giungono qui da noi, sappiamo che animali e operatori stanno fronteggiando gravissime difficoltà tra le quali esemplari uccisi nei bombardamenti, animali spaventat dai forti rumori causati dai combattimenti, mancanza di rifornimenti di cibo e acqua per tutti.

Nel momento in cui sto scrivendo i grandi felini dello zoo di Kiev sono stati trasferiti in Polonia e i canguri di Kharkiv evacuati.

L'evacuazione degli animali non è affare semplice. Si va dai bombardamenti, che mettono a rischio la vita e il benessere psicologico di operatori ed animali, ad altri problemi di tipo pratico. In generale, il trasporto di un animale non è mai facile.
La stessa WAZA-World Association of Zoos and Aquariums ha spiegato in un comunicato ufficiale quanto la situazione si evolva rapidamente e la difficoltà nella gestione dell'emergenza. Una gestione che passa soprattutto attraverso l'iniziativa personale degli operatori coinvolti e i fondi che possono arrivare dall'esterno.
Questa, però, non è la prima volta che degli zoo devono fronteggiare una guerra. È successo, ad esempio, anche durante la seconda guerra mondiale e il sito della Zoological Society of London ne riporta una straordinaria quanto triste testimonianza.
Disclaimer (che forse avrei dovuto inserire all'inizio di questa newsletter): no, non mi importa più degli animali che delle persone. È la sofferenza che deve essere evitata con tutti i mezzi a nostra disposizione, per tutti gli esseri viventi. Parlo di animali perché è uno dei temi che approfondisco da tempo, ho più conoscenze in questo ambito in termini di preparazione personale, specialisti con cui confrontarmi, testi da consultare, argomenti da mettere in relazione. Lascio la guerra nei suoi aspetti storici, sociali e geopolitici agli esperti, in questa newsletter come nel mio lavoro di giornalista.
Lo zoo di Londra durante la seconda guerra mondiale
Nel blog del sito della Zoological Society of London c'è una rubrica intitolata Artefact of the month: ogni mese un post è dedicato a un documento d'archivio. Risale al 2013 un'uscita legata a un articolo corredato di foto dello zoo di Londra pubblicate su Animal and Zoo Magazine nel 1939, all'alba dell'ultima guerra mondiale. Le fotografie sono seguite dalla descrizione delle misure prese dall'istituzione in preparazione del conflitto e durante i bombardamenti.
Il 3 settembre del 1939 la struttura venne chiusa. Nei primi giorni del mese gli animali ritenuti di particolare valore - panda, oranghi, scimpanzé, elefanti asiatici e uno struzzo - furono trasferiti per sicurezza a Whipsnade, un parco zoologico nel Bedfordshire, mentre gli esemplari velenosi che, se liberati, sarebbero potuti essere un pericolo, furono purtroppo uccisi.
Nonostante i giardini zoologici fossero stati riaperti il 15 settembre, per l'acquario non ci fu scampo: fu svuotato e solo alcuni dei suoi abitanti ricollocati in altre strutture, in condivisione di spazi con altri animali. La sua ricostruzione e riapertura dovette attendere il 1943.
Così come abbiamo letto per l'Ucraina, ci furono problemi di approvvigionamento di cibo, acqua e combustibile. Cammelli e lama furono i mezzi di trasporto per foraggiare gli altri ospiti e i pony Shetland aiutarono nei piccoli spostamenti al di fuori della struttura. Per l'alimentazione degli animali si iniziò l'autoproduzione e fu anche istituito un progetto di adozione a distanza, per raccogliere abbastanza fondi per la sopravvivenza dello zoo.
E poi iniziarono i bombardamenti...
A partire dall'agosto 1940 lo zoo venne bombardato spesso e i danni comprendevano dai vetri rotti alla distruzione di interi edifici. Fortunatamente nessun animale venne colpito, ci fu solo qualche fuga (con lieto fine).
Nonostante tutto lo zoo rimase aperto al pubblico, come altre attività nel Regno Unito.
Naturalmente le perdite economiche furono ingenti, ma si riuscì a recuperare con un po' di pubblicità: gli inglesi volevano andare allo zoo, probabilmente per distrarsi dalle brutture del conflitto mondiale, però molti non sapevano che fosse aperto. Bastò informare i cittadini per ricominciare a guadagnare dai biglietti d'ingresso.
Il resto della storia lo conosciamo: la guerra finì e la Zoological Society e tutti i suoi animali sopravvissero.
Perché raccontare tutto questo? Per riflettere ancora una volta sulla crudeltà della guerra, per comprendere che le misure d'urgenza degli zoo per la tutela degli animali possono sembrare spietate ma sono dettate da eventi eccezionali, per guardare con ammirazione a coloro che rischiano la vita per la sopravvivenza degli animali. Sono proprio queste persone che ci possono regalare una speranza in più, con il loro esempio di pietà e compassione verso tutti gli esseri viventi.
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Qualcosa da...
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Per approfondire ciò che sta succedendo agli animali degli zoo - e anche a quelli domestici - in Ucraina, ti consiglio di leggere questi due articoli pubblicati su The Conversation.
Ukraine's zoos: what is happening to all the animals — theconversation.com Ukraine’s zoos are struggling to look after their animals, but are getting international support.
The war in Ukraine is powerfully magnifying our love for animals — theconversation.com This war has powerfully and painfully magnified the connections among human and animal lives, and our unrelenting commitment to love in the face of darkness.
C'è un altro punto di vista su questi scenari: gli animali utilizzati dagli eserciti nelle guerre. Qui c'è una serie di fotografie scattate durante la prima guerra mondiale, pubblicate in un vecchio articolo di The Atlantic.
World War I in Photos: Animals at War - The Atlantic — www.theatlantic.com Animals were used in World War I on a scale never before seen—and never again repeated. Horses by the millions were put in service as cavalry mounts and beasts of burden, but they were not the only animals active in the war. Mules, dogs, camels, and pigeons all played vital roles, as well as many others—all at great risk, and with heavy cost.
Buona lettura e buona domenica,
Alessia