Foglie sparse | Cervelli diversi e tracce di coscienza
Buona domenica,
passeggiando per la rete in cerca di fonti per un articolo che ho recentemente scritto per Sapereambiente, mi sono imbattuta in una notizia affascinante pubblicata l'anno scorso, nel 2020. Oggi parleremo un po' di uccelli, cervello e coscienza.
Noi umani crediamo di possedere il primato nelle abilità cognitive ma decenni di ricerca hanno rivelato che non siamo i soli. Tra gli animali che spiccano per intelligenza ci sono sicuramente gli uccelli (c'è anche un approfondito e piacevole libro su questo argomento): ad esempio sono incredibili manipolatori di strumenti, abili navigatori e sono capaci di tramandarsi tradizioni di generazione in generazione.
Ma come fanno a possedere delle capacità cognitive in parte paragonabili alle nostre e a quelle di altri mammiferi, soprattutto considerando che hanno un cervello molto più piccolo e diverso dal nostro? La risposta è parzialmente nei due articoli scientifici pubblicati su Science poco più di un anno fa.
Cervelli diversi... forse neanche tanto
Gli scienziati da tempo si domandavano come gli uccelli potessero mostrare grandi capacità in ambito cognitivo senza avere la neocorteccia, quell'area del nostro cervello (e di quello di altri mammiferi) da cui dipendono la memoria, la pianificazione e la risoluzione dei problemi. Potremmo definirla la sede della funzioni cognitive superiori.
Innanzitutto ti ricordo che anche in questo caso le dimensioni non contano: negli ultimi anni di ricerca si è compreso che la densità dei neuroni nel cervello degli uccelli è più del doppio di quella dei mammiferi e i loro neuroni sono anche un po’ più piccoli. Tradotto significa che, a parità di volume, il cervello degli uccelli contiene molti più neuroni.
La pubblicazione del gruppo di ricerca dell'Università della Ruhr di Bochum (Germania) suggerisce che negli uccelli - gli esemplari analizzati sono piccioni (Columba livia) e barbagianni americani (Tyto furcata) - la regione cerebrale detta pallio abbia una neuroarchitettura, una connessione tra le strutture piuttosto che le strutture in sé, analoga a quella della neocorteccia.
Quindi non dovrebbe più stupirci l'eccezionalità di alcuni comportamenti aviari. Il pallio, però, ci riserva altre sorprese.
Tracce di coscienza
La coscienza a cui mi riferisco è quella sensoriale: gli uccelli sono coscienti di ciò che vedono e fanno? Secondo lo studio svolto dagli scienziati dell'Università di Tubinga sembrerebbe di sì e i neuroni legati alla coscienza sensoriale si troverebbero proprio all'interno del pallio.
Le protagoniste dell'esperimento questa volta sono state due cornacchie (Corvus corone). Gli autori hanno dimostrato che i corvidi in questione erano in grado di fare esperienze soggettive, monitorandone e registrandone i segnali neurali - localizzati proprio nel pallio - mentre gli uccelli erano sottoposti a un esperimento di risposta a stimoli visivi.
Nei mammiferi le esperienze soggettive, a cui si accede e sono riportate coscientemente, sono associate alla corteccia cerebrale.
Questo esperimento va certamente interpretato con cautela ma potrebbe essere un'ulteriore prova che il detto "cervello di gallina" non ha più senso di esistere.
Qualcosa da...
... leggere
A proposito di cervelli "diversi" e coscienza, ti consiglio di leggere il libro di Giorgio Vallortigara, Pensieri della mosca con la testa storta (2021), pubblicato da Adelphi Editore per la collana Animalia. Se vuoi averne un assaggio, qui c'è la mia recensione:
“Pensieri della mosca con la testa storta”, un racconto sull’origine della coscienza | Sapereambiente — www.sapereambiente.it Giorgio Vallortigara, neuroscienziato e scrittore, ci conduce lungo il cammino che porta all’origine della coscienza negli animali, compreso l’uomo. Tra ricerche, storia della scienza, api che distinguono un dipinto di Monet da uno di Picasso e mosche con la testa storta
... guardare
Non siamo gli unici animali a usare strumenti e i corvi della Nuova Caledonia (Corvus moneduloides) ne sono un esempio tra gli uccelli. Puoi vederlo con i tuoi occhi in questo video di Nature.
E per oggi passo e chiudo!
Alla prossima,
Alessia