Foglie sparse | Conosci i Princìpi di Manhattan?
Buona domenica,
hai mai sentito parlare dei Princìpi di Manhattan? No, non si tratta del Progetto Manhattan e neanche di qualche strano enunciato del Dottor Manhattan, ma di una serie di pratiche messe su carta nel lontano 2004 e tanto attuali da essere alla base, nella loro evoluzione, di un concetto che - proprio in tempi di pandemia - risulta essere fondamentale per un futuro di salute che comprenda l'uomo, gli animali e gli ecosistemi.

Zoo... cosa?
Zoonosi, zoonosi. Se due anni fa qualcuno ti avesse chiesto cosa fosse una zoonosi - a meno che tu non sia una persona informata o esperta - probabilmente non avresti avuto la risposta pronta. Con il 2020 siamo riusciti a colmare questa lacuna di conoscenza scientifica nel peggiore dei modi: la pandemia di Covid-19.
Nei mesi passati si è sentito tanto parlare di spillover (con "grande gioia" di David Quammen che, in tempi non sospetti, vi aveva dedicato un libro che poi è stato citato da chiunque durante la pandemia). Spillover è un termine inglese e significa traboccare. La parola è usata per indicare il salto di specie di un virus. Solitamente un virus può colpire soltanto degli ospiti ben precisi, ma ci possono essere alcuni virus che, grazie a delle mutazioni, possono colpire anche una (o più) specie oltre quella a cui si sono adattati. Una volta colonizzata la nuova specie, possono evolversi e ottimizzare il proprio rapporto con quest'ultima (che per un virus vuol dire infettarla al meglio delle sue possibilità). È questo lo spillover: è ciò che è accaduto, ad esempio, all’HIV che dai primati è arrivato all’uomo.
A volte un patogeno può avere la capacità di continuare a infettare sia l’uomo, sia l’animale (o gli animali) da cui proviene. Questa è una zoonosi. La vicinanza tra uomo e animale, vuoi per la distruzione degli habitat, vuoi per lo sfruttamento di quest'ultimi come cibo o altro, aumenta le occasioni di sviluppo di questo tipo di malattie.
Sono tantissime le zoonosi con cui conviviamo: dalle più diffuse come salmonellosi e toxoplasmosi, alle meno diffuse tra cui influenza aviaria, rabbia, malattia di Lyme ed Ebola (solo per citarne alcune).
Malattie che possono trasmettersi tra animali e uomini. Si accende una lampadina: non si può trattare nella sua totalità la salute umana se non ci si preoccupa anche della salute animale.
I 12 Princìpi di Manhattan
Ed eccoci arrivati a noi. Nel 2004 la Wildlife Conservation Society, ospitata dalla Rockefeller University, organizzò un simposio invitando i più grandi esperti di salute provenienti da tutto il mondo: parteciparono specialisti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Organizzazione Mondiale per l’Alimentazione e l’Agricoltura, dei Centers for Disease Control and Prevention, del United States Geological Survey National Wildlife Health Center, del United States Department of Agriculture, del Canadian Cooperative Wildlife Health Centre, dei Laboratoire Nationale de Sante Publique of Brazzaville, della Repubblica del Congo, della IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura) Commission on Environmental Law e, naturalmente, della stessa Wildlife Conservation Society.
Si discusse degli attuali e potenziali movimenti delle malattie tra uomini, animali domestici e fauna selvatica e, a partire da quei ragionamenti, nacquero i Princìpi di Manhattan: 12 raccomandazioni per un approccio multidisciplinare che servisse a prevenire epidemie di zoonosi e a mantenere l’integrità degli ecosistemi per il bene dell’uomo, degli animali domestici e della biodiversità.
Te ne cito alcuni, i rimanenti li potrai leggere sul sito oneworldonehealth.wcs.org.
1 - Riconoscere il legame essenziale tra la salute di esseri umani, animali domestici e specie selvatiche e la minaccia che le malattie pongono alle persone, alla sicurezza alimentare ed economica, e alla biodiversità necessaria al mantenimento di un ambiente sano e un ecosistema ben funzionante di cui noi tutti abbiamo bisogno.
3 - Includere lo studio della salute delle specie selvatiche come una componente essenziale della prevenzione globale delle malattie, la loro sorveglianza e il loro controllo.
5 - Concepire approcci innovativi, olistici e proiettati nel futuro della prevenzione, sorveglianza, monitoraggio e controllo delle malattie emergenti e riemergenti, che prendano in considerazione la complessa interconnessione tra le specie.
Il futuro è nella One Health
I Princìpi di Manhattan furono poi aggiornati nei 10 Princìpi di Berlino del 2019 che sono diventati la base del concetto di One Health: un approccio olistico da applicare a livello, locale, nazionale e globale per garantire la salute umana, animale e ambientale. Uomini, animali e ambiente sono strettamente interconnessi e se uno degli elementi di questa triade si "ammala" ne risentiranno necessariamente anche gli altri.
Ormai dovremmo aver imparato la lezione (anche perché abbiamo un solo Pianeta e non possiamo fuggire via come il Dottor Manhattan).
Qualcosa da...
... leggere
Per approfondire il concetto di One Health, ti consiglio di leggere l'articolo di Flavio Lirussi e Erio Ziglio pubblicato su Scienza In Rete.
One Health: un approccio e un metodo non più rinviabili | Scienza in rete — www.scienzainrete.it
Una sola salute per gli umani, gli animali e l'ambiente: è questo il senso dell'approccio One Health, che ora più che mai è urgente adottare, e l'OMS ha recentemente redatto una guida per una ripresa che lo segua. Ma al quadro concettuale si deve dar seguito con nuove pratiche innovative e con una coerenza e volontà politica che sono mancate in passato
... ascoltare
Qualche tempo fa ho chiacchierato di One Health con Marta Carminati, veterinaria e membro del Consiglio Direttivo di Veterinari Senza Frontiere, in una delle puntate del mio podcast, Animal Café - Chiacchiere e animali al bar.
Siamo abituati a pensare ai veterinari come ai medici dei nostri animali domestici. Il loro lavoro è molto più ampio. Si preoccupano del benessere animale che è strettamente connesso alla salute umana e lo fanno in Italia come nei paesi in via di sviluppo. In questa puntata chiacchieriamo con Marta Carminati, veterinaria e membro del Consiglio Direttivo di Veterinari Senza Frontiere.
... guardare
A proposito di zoonosi, ti consiglio questa miniserie su Ebola: The Hot Zone - Area di contagio (2019).
The Hot Zone. Area di contagio | National Geographic — www.nationalgeographic.it Julianna Margulies veste i panni della dottoressa Nancy Jaax, impegnata nella lotta contro l'ebola negli Usa. Dal bestseller "The Hot Zone" di Richard Preston.
È giunto il momento di salutarci. Passa una buona domenica (e ricordati di condividere Foglie sparse)! 😉
A presto,
Alessia