Foglie sparse | Cos'è l'etnozoologia?
Buona domenica!
Nelle precedenti newsletter mi è capitato di raccontarti che, oltre al giornalismo, mi occupo anche di divulgazione all'interno di un giardino botanico. Per rigore e correttezza parlo di piante e animali indicandoli con il loro nome scientifico, per poi passare al nome italiano e, per "aggiungere una nota di colore", ai diversi nomi in vernacolo.
Eppure quella "nota di colore" non è da sottovalutare dal punto di vista del bagaglio di conoscenze di cui è portatrice e del legame tra esseri umani e natura che rappresenta. Per il regno vegetale ci pensa l'etnobotanica a svelare l'intreccio tra piante e società (ne è un esempio una delle mie prime newsletter di Foglie sparse); per gli animali c'è l'etnozoologia, ramo del sapere molto meno conosciuto rispetto alla sua sorella verde.
Cos'è l'etnozoologia?
La parola etnozoologia compare nel 1899 in un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Aboriginal American Zoötechny a firma dell'etnologo Otis Tufton Mason. Era considerata una branca della zootecnia. Per un po' il termine viene dimenticato per poi ricomparire, negli anni Venti del Novecento, a definire una disciplina che studia le culture esistenti e la loro relazione con gli animali che vivono nello stesso territorio. Come per quasi tutte le scienze, il suo raggio d'azione e le parole con le quali viene descritta vengono cesellati dall'esperienza e dal tempo, fino ad arrivare alla definizione del 2002 dell'etnobiologo José Geraldo Wanderley Marques:
L'etnozoologia è lo studio transdisciplinare di pensieri e percezioni (conoscenza e credenze), sentimenti (rappresentazioni affettive), comportamenti (attitudini) che intermediano le relazioni tra le popolazioni umane e le specie animali presenti negli ecosistemi circostanti.
Come direbbe qualcuno: tanta roba! Altro che "nota di colore". Ci sono storia, economia, sociologia, antropologia, ecologia e molto altro. Potrebbe sembrare solo studio del passato e, invece, le sue ripercussioni sul presente e sul futuro del nostro rapporto con la natura non sono affatto da sottovalutare.
Uno, nessuno, centomila nomi
A proposito di etnozoologia e nomi di animali in vernacolo, è interessantissimo il lavoro svolto da Andrew Gosler, professore di etno-ornitologia (avrai capito che il grande torrente dell'etnozoologia si può suddividere in tantissimi rivoli) dell'Università di Oxford. Tutto inizia però con un altro studioso, Michel Desfayes, etimologista e naturalista svizzero, che lungo la sua esistenza si è divertito a raccogliere i nomi folklorici degli uccelli di tutta Europa. Il frutto di questa collezione è A Thesaurus of Bird Names: Etymology of European Lexis Through Paradigms, pubblicato nel 1998 in due volumi da più di 2400 pagine. Pensa che sono segnalati oltre 7000 nomi per "sole" 150 specie britanniche. Ciascun nome conserva in sé le caratteristiche dell'incontro tra l'essere umano e l'uccello in questione: il suo colore, il comportamento, profumi e suoni del luogo in cui è avvenuta l'osservazione. Un bellissimo esempio è quello di Motacilla alba, in italiano "batticoda" o "ballerina bianca". E già qui dovresti iniziare ad avere un'idea di cosa stiamo parlando ma, nel caso tu non conoscessi questo uccello, ti agevolo subito con un filmato.
Motacilla alba presenta questo caratteristico movimento della coda, conservato nei nomi italiani quanto nei nomi inglesi, tra cui figura Polly Dishwasher (Polly lavapiatti), un riferimento all'ondeggiamento compiuto vicino all'acqua.
I dettagli di questi nomi ci possono dire molto del contesto culturale in cui sono stati coniati. E poi c'è la presenza di un nome proprio di persona (nel nostro caso Polly), comune negli UK, e indizio di familiarità. Le persone che "battezzavano" questi animali stavano creando dei ricordi, magari per i più piccoli, e facevano esperienza quotidiana di una vita nella natura a stretto contatto con gli uccelli. Questa ricchezza mostra non solo una vicinanza con la fauna che si è persa negli ultimi decenni, ma anche una conoscenza dell'ecologia e etologia degli uccelli selvatici che andava al di là di una formazione scientifica. Cosa possiamo imparare noi da tutto questo?
Un riavvicinamento alla natura
Andrew Gosler e i suoi colleghi, alla luce dell'incredibile tesoro custodito tra le pagine del Thesaurus di Michel Desfayes, hanno creato un Ethno-Ornithology World Atlas, un atlante online in cui chiunque può documentare, registrare e condividere nomi e incontri con gli uccelli del proprio territorio (anche noi italiani). Un modo per ricreare quel legame con la natura che è andato man mano affievolendosi e di riempire di significato parole come "biodiversità" o "conservazione", che a molti possono sembrare slogan ripetuti senza alcuna radice nella propria realtà quotidiana.
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Qualcosa da...
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L'Atlante Mondiale di Etno-ornitologia di Gosler e colleghi. Non essere timid*: se hai materiale da condividere, vai su questo sito e procedi! Oppure puoi curiosare, improvvisando un giro intorno al globo fatto di strani nomi, belle foto e anche qualche registrazione video e audio.
The Ethno-ornithology World Atlas | people • birds • place people • birds • place
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E non gliela vuoi dare un'occhiata al lavoraccio di Desfayes? Ecco il Thesaurus online (ci sono anche i nomi degli uccelli delle varie regioni italiane).
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L'articolo grazie al quale ho scoperto il progetto di Andrew Gosler su The Conversation.
There are over 7,000 English names for birds – here's what they teach us about our changing relationship with nature — theconversation.com Research suggests our names for birds reflect our changing relationship with the natural world: here’s why that matters
... leggere (bis)
Se, invece, vuoi sapere di più sull'etnozoologia e la sua storia, questo è l'articolo scientifico che fa per te.
Ethnozoology: A Brief Introduction | Ethnobiology and Conservation — www.ethnobioconservation.com
Per oggi passo e chiudo.
Ancora buona domenica,
Alessia