Foglie sparse | La papagna
Buona domenica!
Quando ero piccola e mia madre vedeva le mie palpebre a mezz'asta per la stanchezza, mi chiedeva se mi stessi appapagnando. Compresi subito che "appapagnarsi" fosse un termine dialettale (io sono pugliese) che significava "addormentarsi", ma vi intravedevo più che altro un valore onomatopeico. Solo più tardi mi venne spiegato che il verbo derivava dal sostantivo papagna, nome di un rimedio naturale che serviva a far prendere sonno ai bambini. Ancora più in là negli anni seppi che quel rimedio era a base di papavero: la cosa si faceva interessante. È stato un cortometraggio, ritrovato tra le fonti per un articolo, che mi ha spinta a intraprendere una piccola ricerca.
Papagna
Così si intitola il documentario del regista Christian Manno dedicato a questo antico rimedio.
La papagna era un infuso di papavero. Non un papavero qualunque, il Papaver somniferum, dai petali viola, che cresceva spontaneamente nelle campagne. Poteva essere preparato con latte oppure con acqua e altre spezie che ne coprissero il sapore amaro. Era la soluzione per calmare il pianto dei bambini, dovuto a coliche, fame o altro, e anche per alleviare i dolori di qualsiasi origine. Ai piccoli si dava in dosi minime, alcune gocce, oppure si bagnava una mollica, addolcita con zucchero o miele, che poi veniva inserita in un fazzoletto di lino e data da ciucciare all'infante. Quando si esagerava, potevano presentarsi situazioni preoccupanti: si racconta di bambini che si sono risvegliati dopo ben 3 giorni dall'assunzione della bevanda. Se ti interessi di botanica, di sostanze stupefacenti (🤨) o sei semplicemente una persona curiosa, saprai che il Papaver somniferum non è un fiore qualunque: è il papavero da oppio.
Il fiore perduto (mica tanto!)
L'uso medico e rituale del papavero ha origini lontanissime: si parte dalla Preistoria (inizialmente la specie presente era Papaver setigerum), passando per l'Antico Egitto, attraversando il culto greco di Demetra per poi arrivare - dopo numerose peripezie - sino ai giorni nostri. Dalla pianta si ricavavano i semi, che si usano in cucina per il pane o per la preparazione di un olio commestibile, e il lattice che fuoriesce incidendo il frutto (la capsula): l'oppio. Questa sostanza lattiginosa contiene numerosi alcaloidi, chimicamente basi organiche, tra cui:
codeina, dà lieve sollievo dal dolore ed è un sedativo della tosse;
papaverina, un miorilassante e vasodilatatore;
morfina, famosa per le proprietà analgesiche. È il precursore dell'eroina, dà assuefazione - per cui si tende ad aumentare man mano le dosi assunte -, sindrome di astinenza e un dosaggio non corretto può portare all'overdose.
Leggendo una simpatica review pubblicata sulla rivista scientifica ACS (American Chemical Society) Chemical Neuroscience, ho scoperto che nel corso della storia il papavero da oppio è stato molte volte l'àncora di salvezza a cui si sono aggrappate mamme in cerca d'aiuto. Basti pensare al Godfrey’s cordial, uno sciroppo contenente oppio, somministrato ai bambini che soffrivano di coliche, diarrea, oppure durante lo svezzamento e la dentizione, e in casi di irrequietezza. Erano gli anni tra il XVIII e il XX secolo e, proprio come le donne pugliesi, quelle inglesi dovevano badare a molti figli o avevano necessità di lasciarli a casa per andare a lavorare: un cucchiaino di cordiale e via. Solo che, a volte, qualcosa nella somministrazione andava storto ed ecco perché, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, l'uso delle tinture di oppio venne dichiarato fuori legge in Inghilterra.
Ah, i rimedi naturali!
Del documentario mi hanno colpita due frasi riferite alla papagna. Un uomo di 40-50 anni che, quasi ridendo, dice:
"Non credo facesse così male"
e una donna anziana che commenta, a proposito dell'assunzione dell'infuso a scopo calmante e curativo:
"Mentre oggi si va in farmacia e ci si imbottisce di medicinali. Invece allora era tutto naturale".
E già, tutto naturale...
Mi sono chiesta quanta morfina, quanto principio attivo, potesse arrivare a contenere la papagna. È molto difficile così, su due piedi, ottenere questo dato ma un'idea ce la si può fare, sempre grazie all'articolo scientifico dell'ACS. Qui si parla dei poppy tea, tè al papavero, venduti negli Stati Uniti, preparati macerando in acqua bollente semi di papavero non sciacquati e parti essiccate e macinate del Papaver somniferum. Si lascia quindi raffreddare il tutto, si filtra e si ottiene la bevanda. La ricetta assomiglia parecchio a quella della papagna. Gli scienziati hanno analizzato campioni di questi tè e, se in alcuni effettivamente non vi era traccia di morfina, in altri era possibile rilevare dosi letali, usando piccole quantità di semi rispetto a quelle consigliate nelle comuni ricette.
Tutto questo per dire che quei medicinali, tanto demonizzati, per lo meno sono stati sperimentati e il loro quantitativo di principio attivo (qualunque esso sia) è misurato e certificato, le dosi da assumere sono specificate, impedendo così di incorrere in brutte sorprese. Per esperienza personale posso confermare che, mentre nei giovani ho ascoltato racconti mitici e divertiti sulla papagna, le parole dei più anziani trasudano prudenza: l'esperienza li ha resi consapevoli del rischio che si assumevano offrendo l'infuso di papavero ai loro bambini.
Erbe spontanee, funghi... "naturale" non significa "innocuo": bisogna comunque porre attenzione a ciò che ingeriamo, chiedendo informazioni agli esperti.
Precisazioni
Già ti vedo mentre sogni di diventare il Walt White de noantri, con un camper attrezzato con Il piccolo chimico, in mezzo a campi di papavero pugliesi.
Peccato che gli sconfinati campi di papaveri viola non esistano. Attualmente, in Italia, è permesso coltivare un piccolo numero di esemplari a scopo ornamentale ed è VIETATA l'estrazione di alcaloidi. Per i particolari ti rimando alla legge 1041/54.
Come avrai notato nel cortometraggio, qualche piantina in un giardino o sul balcone c'è ancora... a uso personale 😅.
Sul papavero da oppio e sulla papagna ci sarebbe ancora tanto da raccontare. Se vuoi approfondire:
DARK Classics in Chemical Neuroscience: Opium, a Historical Perspective, l'articolo pubblicato su ACS Chemical Neuroscience;
Ambrogio, avrei voglia di qualcosa di più etnobotanico. Ecco qui "Il Papaver somniferum e la 'papagna': usi magici e medicamentosi, e rituali correlati dall'antichità al 1900. Dal mito di Demetra alle guaritrici del mondo contadino pugliese" di Gianfranco Mele e "Un infuso tra terra e realtà che si chiama papagna" di Carla Grassano.
Qualcosa da...
... leggere (di più sostanzioso di un articolo)
A proposito di sostanze psicoattive con storie interessanti, c'è la psilocibina, molecola contenuta in alcuni funghi allucinogeni. Ne parla Merlin Sheldrake, biologo e scrittore, nel suo libro “L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi”. Qui la mia recensione:
L’ordine nascosto. Perdersi nel regno dei funghi | Sapereambiente — www.sapereambiente.it Esiste un mondo misterioso e infinitamente piccolo, popolata di spore, miceli, ife, ma anche di batteri e virus. Merlin Sheldrake ci aiuta a conoscerlo attraverso le pagine del suo libro, pubblicato in Italia da Marsilio Editori
Disclaimer: dopo averlo letto desidererai iniziare un corso di micologia e vorrai far fermentare qualsiasi cosa ti capiti sottomano.
... da guardare su Instagram
I papaveri ai raggi X del fisico Arie Van’t Riet.
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Alessia