Foglie sparse | Non di solo olfatto vivono i cani 🐶
Ciao,
come stai? Stavo preparando una puntata del mio podcast dedicata ai cani (non ti racconto di più, ma sappi che sarà online prossimamente) e il mio ospite, Andrea Sommese, ricercatore presso il Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University di Budapest, mi ha segnalato uno studio che lui -insieme al suo gruppo di ricerca - aveva appena pubblicato sulla rivista scientifica Animal Cognition. Mi piacerebbe parlartene perché ci insegna che "non di solo olfatto vivono i cani".
Rappresentazioni mentali multisensoriali
È notte, abbiamo sete e non ci va di accendere la luce. Sul nostro comodino sappiamo che c'è una bottiglia d'acqua, quindi tocchiamo tutti gli oggetti e, in questo caso grazie al tatto, riusciamo a dissetarci. Se avessimo sul comodino due bottigliette, una riempita con acqua e una con un succo di frutta, utilizzeremmo anche l'olfatto per capire cosa bere. Abbiamo una rappresentazione mentale dell'oggetto che comprende le caratteristiche percepite da tutti i nostri sensi (è quindi multisensoriale) e, in mancanza di uno di questi, utilizziamo gli altri per riconoscere uno stimolo o un oggetto.
E i cani? Adoperano anche loro una rappresentazione mentale multisensoriale, ad esempio negli esercizi di ricerca?
Come riportato nell'articolo scientifico pubblicato su Animal Cognition, sino a oggi sono stati condotti pochi studi che si occupassero della capacità dei cani di integrare informazioni raccolte con più organi di senso durante compiti di discriminazione o riconoscimento di un oggetto.
La discriminazione prevede che un individuo percepisca le differenze tra due o più stimoli (o oggetti) aspettandosi risultati diversi. Il riconoscimento, invece, avviene quando il soggetto identifica uno stimolo (o un oggetto) già conosciuto.
Gli autori dello studio pubblicato su Animal Cognition hanno fatto svolgere esercizi di discriminazione e riconoscimento ad alcuni cani proprio per capire se utilizzassero una rappresentazione mentale costruita su più sensi per portare a termine il compito.
Quando si spengono le luci
Agli esperimenti hanno partecipato i "cani geniali" di cui ti avevo parlato in una precedente newsletter, ossia cani con una straordinaria capacità di apprendere i nomi degli oggetti, e cani tipici, che non posseggono questa abilità.
Nel primo esperimento, i ricercatori, con l'aiuto dei proprietari, hanno addestrato 3 cani dotati e 10 cani tipici, a prendere un giocattolo associandolo a una ricompensa. Durante l'addestramento, i cani hanno ricevuto cibo e/o elogi quando hanno scelto il giocattolo stabilito rispetto ad altri distrattori. Gli studiosi hanno poi osservato come i cani cercassero il giocattolo, posizionato tra altri 4, sia quando le luci erano accese che spente, quindi in una situazione percettiva differente.
Il secondo esperimento ha previsto la partecipazione solo dei "cani geniali", poiché ci si è concentrati sul riconoscimento dell'oggetto attraverso il nome.
Non solo olfatto
In entrambi gli esperimenti i cani sono riusciti a completare con successo l'esercizio, ma un'analisi comportamentale più dettagliata ha svelato che quando la ricerca dell'oggetto era effettuata al buio, i cani impiegavano più tempo e utilizzavano maggiormente l'olfatto.
Secondo i dati raccolti in questo studio, i cani si baserebbero principalmente sulla vista e sul tatto (manovrano gli oggetti con la bocca o li toccano con la zampa) nella discriminazione e nel riconoscimento degli oggetti e, quando non possono affidarsi unicamente ai propri occhi, passano ad altri sensi. Riescono a codificare le diverse caratteristiche degli oggetti spontaneamente e ad adoperarle per realizzare rappresentazioni mentali multisensoriali.
Per quanto riguarda i "cani geniali", queste rappresentazioni multisensoriali sembrano essere addirittura rievocate dal nome degli oggetti in esercizi che prevedono il riconoscimento di quest'ultimi.
Il numero dei soggetti coinvolti non è elevato (è difficile trovare tanti volontari per queste sperimentazioni e, soprattutto, cani in grado di imparare i nomi degli oggetti), ma è sicuramente un ulteriore passo verso la comprensione di cosa accade nella mente dei cani e anche verso il superamento di alcuni luoghi comuni.
Siamo abituati a pensare ai nostri amici a quattro zampe come ad animali che usano quasi esclusivamente il tartufo per conoscere il mondo che li circonda, mentre sono in grado di far affidamento anche sugli altri sensi. Non di solo olfatto (seppur incredibilmente sviluppato rispetto al nostro) vivono i cani!
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Ti auguro di trascorrere una buona giornata!
Alla prossima,
Alessia