Foglie sparse | Quando la citizen science finisce in copertina... su Science
Buona domenica,
la settimana scorsa ti ho parlato della City Nature Challenge. Anche oggi rimaniamo nell'ambito della citizen science con un progetto i cui risultati hanno conquistato l'ambita copertina di Science.
Dove trovare i dati?
Elinor Karlsson è una genetista, professoressa alla University of Massachusetts Chan Medical School e direttrice del Vertebrate Genomics presso il Broad Institute of Harvard and MIT. Uno dei rami di ricerca da lei studiati è la genetica umana collegata allo sviluppo di malattie mentali, come ad esempio il disturbo ossessivo compulsivo. Sono patologie gravi, invalidanti, la cui comprensione più profonda aiuterebbe a trovare cure e terapie migliori. Tra i modelli animali per studiare i disturbi psichici ci sono i cani: milioni di cani vivono in casa con noi umani, condividono i nostri ambienti, ricevono sofisticate cure mediche e i loro disordini comportamentali sono spesso trattati con i farmaci usati per noi. Studi genetici suggeriscono che i nostri compagni a quattro zampe condividano con noi l'origine di alcune condizioni psichiatriche.
Per esaminare questo tipo di problemi è necessario raccogliere un gran numero di dati, analizzare tantissimi cani. Inizialmente al laboratorio sono giunti solo qualche centinaio di esemplari da cui prelevare il DNA e di cui osservare i comportamenti. Come fare per raggiungere un bacino molto più ampio di informazioni?
Ti posso raccontare del mio cane?
Ironia della sorte, Karlsson non ha mai vissuto con un cane. Però, non appena incontrava qualcuno e raccontava del suo settore di ricerca - l'analisi del genoma dei cani - veniva subito travolta da foto e informazioni di ogni tipo. Del resto, se anche tu condividi la quotidianità con un cane o un altro animale, sai quanto possiamo monopolizzare la conversazione su qualsiasi cosa abbia combinato il nostro "amatissimo". La professoressa, dopo un po', capì che questo mare di immagini e aneddoti, se indirizzati in modo corretto, sarebbero potuti diventare una miniera di dati a cui attingere. Da questa riflessione è nato il progetto Darwin's Ark.
Darwin's Ark, dove i compagni umani diventano scienziati
Darwin's Ark è una piattaforma online che mette insieme il lavoro degli scienziati del Broad Institute of Harvard and MIT, della University of Massachusetts Chan Medical School, dell'International Association of Animal Behavior e dei comuni cittadini che condividono la loro vita con uno o più cani. In che modo una persona senza o con minime conoscenze scientifiche può contribuire alla ricerca?
In questo caso, ci si iscrive alla piattaforma e si risponde a una serie di questionari sui tratti fisici e comportamentali del nostro cane. Ci sono, poi, dei livelli successivi: si può richiedere gratuitamente un kit per campionare della saliva e inviarla ai laboratori per l'analisi del DNA. I risultati ci saranno spediti dopo un anno o più. Altrimenti si può pagare e ottenerli in meno tempo con l'aggiunta di alcuni benefit.
Cosa ci dicono del nostro cane gli esami svolti dagli esperti in genetica, medicina e comportamento animale? Rivelano la discendenza del nostro cane, quali razze hanno fatto parte del suo passato.
A questo punto ti starai domandando a cosa servono queste informazioni, quale uso ne fanno i gruppi di ricerca coinvolti. Come accennavo all'inizio, sono di grande aiuto nella comprensione dell'influenza della genetica sulla salute e sul comportamento degli animali e degli umani.
Nello specifico, però, i primi risultati ottenuti hanno rivelato qualcosa di quasi inaspettato e molto interessante. Tanto da meritare la copertina di Science.
Ebbene sì, la razza di un cane non è in grado di predire il suo comportamento
Ed ecco qui la copertina!


I genomi di 2155 cani, combinati con i dati contenuti in 18.385 questionari sui loro tratti fisici e comportamentali, hanno mostrato che la razza influisce solo per il 9% sulla variazione del comportamento nei singoli cani. Ciò che realmente è frutto della selezione delle razze moderne è l'aspetto fisico. Questo, come spesso accade per quasi tutte le ricerche, è un primo passo verso la comprensione del legame tra razze, genetica e comportamento, e una base per gli ulteriori studi che riguardano i tratti comportamentali complessi negli esseri umani e nei cani.
Ora che abbiamo aggiunto questo tassello alla nostra conoscenza, mi auguro che sempre più persone adottino cani che hanno bisogno di una famiglia, invece che preoccuparsi di comprare un cucciolo di razza che, secondo loro, sia "cucito" sulle proprie esigenze.
Un presupposto piuttosto debole per scegliere di vivere con un animale e, a quanto pare, scientificamente poco valido.
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Questo è il sito del progetto Darwin's Ark. Ci sono tanti settori di ricerca per cui le informazioni sui nostri animali potrebbero essere utili. È un progetto internazionale, quindi possiamo contribuire anche noi dall'Italia. Inoltre non riguarda unicamente i cani: prossimamente i questionari e le analisi del DNA coinvolgeranno anche i gatti.
Darwin's Ark — darwinsark.org Join the world's largest pet citizen science project. Together, we can discover new ways to help pets and their people live happier, healthier lives.
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Per un piccolo approfondimento sulla ricerca pubblicata su Science, qui troverai un mio articolo pubblicato su Corriere Animalia.
Non è la razza a determinare il carattere di un cane: il nuovo studio Usa- Corriere.it — www.corriere.it Il genoma di 2.155 esemplari di razze diverse studiato messo in relazione con oltre 18 mila questionari su tratti fisici e comportamentali raccolti...
Ti auguro una serena giornata,
Alessia