Foglie sparse | Quando ti aspetti un biopic e invece...
Ciao e buon 2022!
Come hai trascorso le festività natalizie? Io mi sono riposata e ho recuperato un po' di film e serie. Ed è proprio una di queste pellicole che ha ispirato la newsletter di oggi. Pensi che parlerò di Don't Look Up, eh? Invece no 😝
Era da mesi che aspettavo di vedere Ammonite - Sopra un'onda del mare, scritto e diretto da Francis Lee. Il film avrebbe dovuto narrare la storia di Mary Anning, paleontologa inglese del XIX secolo. Avrebbe dovuto.
Quando ti aspetti un biopic e ti ritrovi una storia d'amore
La pellicola è arrivata nelle sale nel 2020 per cui avevo già sentito un po' di critiche legate allo sviluppo della storia ma, come San Tommaso, "se non vedo non credo" e grazie a NowTv ho potuto dedicare qualche ora ad Ammonite.
Dal trailer avrei dovuto subodorare qualcosa, anche se spesso questi brevi video sono montati per attirare il pubblico generalista, quindi cosa c'è di più attraente di una storia d'amore? Guarda, per me un biopic di una scienziata fatto per bene e quanto più fedele possibile alle fonti storiche (sono strana, lo so!). Avrai capito che non è questo il caso: la vita, le scoperte, le difficoltà di una studiosa autodidatta nell'Ottocento inglese fanno solo da mero sfondo a una relazione clandestina - seppur romantica e ben costruita - tra le protagoniste. Mary Anning e Charlotte Murchinson (interpretate da Kate Winslet e Saoirse Ronan), una paleontologa e una geologa realmente esistite, che si sono realmente incontrate, ma di cui non esistono tracce di presunte liaison. Il fulcro della trama è completamente inventato.
Chi era Mary Anning?
Il mio disappunto nasce dalle mie aspettative: questa poteva essere l'occasione di raccontare la storia di una scienziata in un'epoca in cui alle donne era impedito l'accesso alle alte istituzioni della ricerca, la storia di scoperte che hanno dato una grossa spinta alle conoscenze geologiche, paleontologiche e biologiche, la storia di quanto non solo il genere ma anche la classe sociale fosse un ostacolo insormontabile per raggiungere il riconoscimento dei propri meriti scientifici.
Per farti capire il mio punto di vista, ti racconto ciò che si conosce di Mary Anning. Nata nel 1799 a Lyme Regis, nel Dorset, era la terza di 10 figli, di cui sopravvissero solo lei e il fratello Joseph. La loro famiglia era estremamente povera e il padre, Richard Anning, un carpentiere, arrotondava i suoi guadagni raccogliendo - lungo le scogliere - fossili da rivendere ai turisti. Erano per lo più ammoniti e belemniti che avrebbero fatto bella mostra di sé nelle wunderkammer che tanto andavano di moda a quei tempi.

I ragazzi si uniscono sin da piccoli a quella che potremmo definire l'attività di famiglia e sostituiscono presto il padre, morto nel 1810. Proprio l'anno successivo Joseph scova uno strano cranio allungato tra le scogliere. La dodicenne Mary scava instancabilmente per mesi, fino a far emergere quello che doveva sembrare una via di mezzo tra un coccodrillo e un mostro marino: era uno dei primi fossili di ittiosauro (genere Ichthyosaurus), un rettile marino vissuto nel Giurassico inferiore in Europa. Venduto per necessità, e dopo qualche passaggio di mani, il fossile raggiunge il British Museum, alimentando il dibattito scientifico di quel periodo, in cui Georges Cuvier introduceva la teoria delle catastrofi. Dovremo attendere ancora 48 anni per la pubblicazione de L'origine delle specie di Charles Darwin.
Mary Anning, in parte istruita dal padre, diventa una scienziata autodidatta: studia da sola geologia e anatomia, approfondisce articoli scientifici, mantiene contatti con personaggi di rilievo in ambito scientifico. Sarà autrice di altri incredibili ritrovamenti: nel 1823 disseppellirà lo scheletro completo di un plesiosauro, di cui Cuvier metterà in dubbio l'autenticità per poi ritrattare; nel 1828 sarà il turno del primo fossile mai trovato in Inghilterra, anche se incompleto, di uno pterosauro (Dimorphodon macronyx). Questi sono solo i contributi più importanti del lavoro di Anning che però, nella sua vita, non conobbe fama, grandi riconoscimenti e stabilità economica.
Non venne mai ammessa alla Geological Society of London (la prima donna fu accettata nel 1904), pochissimi colleghi le accreditarono i ritrovamenti e gli studi e l'aiutarono economicamente. Morì a 47 anni di cancro al seno, nel 1847, e solo allora Henry De la Beche, il presidente della Geological Society, le dedicò un elogio funebre che venne letto durante un'assemblea e incluso nella loro pubblicazione periodica. Emozionante anche il tributo di Charles Dickens che, in un articolo del 1865 dedicato a Mary Anning e pubblicato su All the Year Round (il periodico settimanale diretto dallo stesso Dickens), concluse il suo pezzo con la frase:
"La figlia del carpentiere si è conquistata un proprio nome, e lo ha meritato"
Ammonite è il meglio che avete saputo fare?
Questa è, in estrema sintesi, la vita di Mary Anning. Ora, con tutte queste rotture di equilibri e ostacoli da superare, è possibile che registi e sceneggiatori non siano riusciti a tirar fuori altro che una storia d'amore inventata di sana pianta? Non critico la volontà di inserire un tocco di fiction che possa smussare gli angoli di una storia, critico il farne il tema principale. Se hai visto i biopic dedicati a Stephen Hawking, La teoria del tutto, o ad Alan Turing, The Imitation Game, avrai notato che le loro relazioni sentimentali (vere) sono una piccola parte di una narrazione incentrata sul loro contributo alla scienza. Perché non fare questo anche con Anning? Qualcuno controbatte con la famosa citazione di Oscar Wilde: "c’è solo una cosa peggio dell’essere chiacchierati: il non essere chiacchierati”. È davvero così o dovremmo pretendere qualcosa di più anche dall'industria dell'intrattenimento, soprattutto quando si tratta di scienziate, donne che ancora oggi si ritrovano a faticare per affermare il proprio posto nella ricerca, tentando di frantumare il famoso soffitto di cristallo?
Prima di "Qualcosa da..."
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Qualcosa da...
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La pagina dell'Enciclopedia delle donne dedicata a Mary Anning e scritta dalla giornalista Sylvie Coyaud.
Mary Anning | enciclopedia delle donne — www.enciclopediadelledonne.it Nasce in una famiglia povera, unica di dieci figli a sopravvivere insieme al fratellino Joseph, e per un caso: ha poco più di un anno quando la vicina che la tiene in braccio è colpita da un fulmine insieme ad altre due donne. Nasce anche all’incrocio fra le scogliere del Dorset e del Devon, ricche […]
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Il punto di vista sul film della paleontologa e divulgatrice scientifica Riley Black sullo Smithsonian Magazine.
'Ammonite' Is Historical Fan Fiction About the World's First Great Fossil Hunter | Arts & Culture | Smithsonian Magazine — www.smithsonianmag.com A new trailer previews the period drama featuring Kate Winslet as pioneering paleontologist Mary Anning
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Ancora un'altra lettura di Ammonite, abbastanza diversa dalla mia, scritta da Tori Herridge e Becky Wragg Sykes - fondatrici del blog TrowelBlazers, dedicato alle storie dimenticate di archeologhe, paleontologhe e geologhe - e pubblicata su The Guardian.
Behind a lesbian furore over a famous palaeontologist lies a deeper truth | Tori Herridge and Becky Wragg Sykes | The Guardian No one knows if Mary Anning had lovers. But what a new film does get right is the vital role women played in her life, say Tori Herridge and Becky Wragg Sykes of TrowelBlazers
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Mary Anning è stata anche la scopritrice dei coproliti. Cosa sono? Te lo spiega questo video del Natural History Museum.
Per questa domenica è veramente tutto!
Alla prossima,
Alessia