Foglie sparse | Volontariato nei canili: il cuore non basta
Ciao!
Oggi la newsletter sarà un po' diversa: troverai una breve riflessione su una questione che trovo abbastanza rilevante e ti chiederò un piccolo consiglio per il mio podcast.
La formazione è fondamentale, il cuore non basta
Non ricordo se te l'ho mai raccontato, sono una volontaria del canile della mia città da un paio di anni. Do una mano soprattutto dal punto di vista della comunicazione e, quando posso, ci vado anche fisicamente per portare a passeggiare qualche ospite della struttura oppure partecipo agli eventi per promuovere le nostre attività. In una di queste occasioni, proprio chiacchierando con un'altra volontaria, ha iniziato a fermentare la riflessione che condividerò con te.
A. si è trasferita da poco in Italia, dopo aver vissuto parecchi anni in un altro paese dell'Unione Europea, e mi ha raccontato che tra i motivi per cui è stata felice di ritornare c'era la possibilità di fare volontariato in canile senza corsi di formazione. Perché, cosa ci vuole a prendersi cura di un cane di canile?!? Basta giocarci! Ha rincarato la dose sottolineando che secondo lei fosse ingiusto richiedere un patentino per i proprietari di cani di alcune particolari razze (per fare alcuni esempi, Pit bull Terrier, Rottweiler, Dogo argentino e Fila brasileiro).
Ora, a parte che si vede che è volontaria del canile da poco perché nel nostro caso la formazione c'è, eccome, grazie a webinar organizzati dalla nostra associazione di riferimento e alla presenza in canile di veterinari comportamentisti ed educatori cinofili specializzati.
A parte anche che, secondo me, il patentino andrebbe reso obbligatorio per tutti i proprietari di cani perché "Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi".

Però ciò che veramente mi sconcerta è che non si percepisca la necessità di formazione in un contesto come quello di un canile o di associazioni che si occupano dell'adozione di cani abbandonati. Stiamo parlando di animali che, quasi sicuramente, hanno vissuto esperienze difficili, di animali che sono stati sottoposti a stress non indifferenti, animali che vivono in qualche modo in uno stato di deprivazione in quanto un canile, per quanto ben gestito, non è sicuramente una casa con una famiglia o una vita in libertà. Pensare che questi cani non abbiano bisogno di un approccio consapevole, per il bene loro e di chi se ne occupa, è quantomeno ingenuo.
E non parliamo della fase di pre-adozione, specialmente in piccole realtà associative senza alcun controllo, in cui l'ubriacatura data dal sentirsi indispensabili per delle creature in difficoltà, mescolata a buone dosi di senso di onnipotenza legato al dover decidere le sorti di un cane e di una famiglia, accecano completamente l'obiettività di queste persone. Sono cieche, sì, perché altrimenti si renderebbero conto di aver bisogno di una figura professionale come guida (e in pre-adozione non è solo la psicologia dell'adottato a essere in ballo, ma anche quella dell'adottante).
La formazione per i volontari dei canili, come in qualsiasi altro ambito, è fondamentale. Aiutare il prossimo, che sia un animale umano o non umano, richiede gli strumenti giusti e la giusta preparazione. Il cuore non basta.
Me lo daresti un consiglio?
Sto preparando la nuova stagione del mio podcast, Animal café - Chiacchiere e animali al bar. Si tratta di chiacchierate davanti a un caffè per conoscere meglio il mondo degli animali dal punto di vista di chi li studia o in qualche modo se ne occupa. Ti andrebbe di consigliarmi qualcuno da intervistare o un argomento da trattare nelle puntate del 2022? Se sì, puoi rispondere direttamente nel seguente modulo di Google. Grazie!
Ti andrebbe di darmi una mano con il mio podcast? — docs.google.com
Prima di "Qualcosa da..."
Se questa o le precedenti newsletter ti sono piaciute e vuoi supportare il mio lavoro, puoi:
inoltrare questa newsletter come una normale email;
inviare ai tuoi contatti che potrebbero essere interessati questo link per iscriversi: Foglie sparse | Revue (getrevue.co)
condividere questa mail sui tuoi profili social (anche con l'aiuto dei tastini che vedrai in alto a destra, scrollando verso l'alto);
sostenermi offrendomi “un caffè” su Ko-Fi.
Qualcosa da...
Per questa domenica un po' di ispirazioni sparse.
... guardare
Si chiama Pig, ma l'animale protagonista del film è solo un espediente per raccontare una delicata storia sulla perdita. Da guardare perché finalmente, dopo tanto tempo, Nicolas Cage ha scelto un bel ruolo.
... leggere
Un libro spiazzante e che, in un modo o nell'altro, ti farà riflettere sull'animalismo e sulla disabilità: Bestie da soma. Disabilità e liberazione animale di Sunaura Taylor (Edizioni degli animali, 2021).
Qui la mia recensione per Sapereambiente.
Ti auguro una buona domenica,
Alessia