La tartaruga come fa? Forse qualcuno lo sa
[Foglie sparse #64] La comunicazione acustica in animali che pensavamo silenziosi
Buona domenica e buon anno nuovo (beh, iniziato già da un po’)!
Ci rivediamo dopo una lunga pausa 🙂 Ricomincio scrivendoti di uno studio che sembrerebbe svelare un mondo di suoni di cui quasi nessuno immaginava l’esistenza.
Immagine realizzata dall’intelligenza artificiale DALL-E 2.
Illuminazioni casalinghe
La scintilla che ha dato origine alla ricerca pubblicata su Nature Communications è più casalinga di quanto si potrebbe credere.
Gabriel Jorgewich-Cohen, dottorando di ricerca presso il Museo di Paleontologia dell’Università di Zurigo, dopo aver partecipato a uno studio sulla comunicazione acustica nelle tartarughe, ha iniziato a spiare le sue tartarughe domestiche.
Su New Scientist dichiara:
"Ho deciso di registrarle, solo per dare un'occhiata. Lì ho trovato diversi suoni e poi sono andato avanti [con più specie]. E all'improvviso, ho avuto un buon numero di campioni [registrazioni] e ho potuto comprendere un quadro più ampio”.
Quando Jorgewich-Cohen ci parla di un “buon numero di campioni” intende la registrazione di suoni e la raccolta di dati sui comportamenti contestuali all’emissione di tali suoni di 53 specie: 50 specie di tartarughe (la maggior parte acquatiche), pesci polmonati (Dipnoi), cecilie (anfibi senza arti) e tuatara, un rettile endemico che vive in alcune isole della Nuova Zelanda. Tutto questo sommato ad altri dati appartenenti a 1800 specie di vertebrati, tra cui quelli di uno studio del 2020.
Il dottorando e il gruppo di ricerca di cui faceva parte hanno così mostrato che animali che pensavamo silenziosi, come le tartarughe, potrebbero possedere una comunicazione sonora — dopo ti spiego perché insisto con il condizionale. L’articolo pubblicato ha dato un contributo importante alla ricostruzione della storia evolutiva di questo tipo di comunicazione nei vertebrati.
Effettivamente Scorza, la tartaruga del cartone animato “Alla ricerca di Nemo”, era molto chiacchierona 😁
Quando è nata la comunicazione acustica nei vertebrati?
Anche istintivamente, avrai capito che la comunicazione è alla base delle interazioni tra gli animali. Ne esistono di vari tipologie: si può comunicare con gli odori, con segnali visivi e colori, con il tatto e tramite vibrazioni e suoni. Lo si può fare per prendersi cura della propria prole, per attrarre un partner, per segnalare al proprio gruppo un pericolo, per allontanare un predatore e tanto altro.
Ma quando è nata la comunicazione acustica? Quella che fa abbaiare i cani, cantare gli uccelli e parlare noi umani? Dove ritroviamo la sua origine nell’intricato cespuglio dell’evoluzione?
La ricerca del 2020 — quella che ho citato prima — stimava che la comunicazione sonora avesse avuto origine tra 100 e 200 milioni di anni fa, in associazione con l'attività notturna. L’articolo ha anche indicato che questa forma di comunicazione è sorta più volte e in maniera indipendente nella maggior parte dei principali gruppi di vertebrati che vocalizzano, inclusi uccelli, rane e mammiferi.
Bene, lo studio pubblicato da Gabriel Jorgewich-Cohen & Co su Nature Communications afferma l’opposto: la comunicazione acustica nei vertebrati avrebbe un’unica origine e il primo antenato comune di tutti i vertebrati capace di vocalizzare risalirebbe a circa 407 milioni di anni fa.
Come sempre c’è ancora tanto lavoro da svolgere
Probabilmente si dovrà procedere con ulteriori analisi e registrazioni (ecco il condizionale di sopra). Ci sarà bisogno di molti studi multidisciplinari per approfondire questo ramo della ricerca e, inoltre, c’è chi mette in dubbio che i suoni raccolti siano legati realmente a comportamenti.
Su Scientific American, John Wiens, biologo evoluzionista presso l'Università dell'Arizona e coautore dello studio del 2020, ha sottolineato che Jorgewich-Cohen e i suoi colleghi non hanno dimostrato che le tartarughe e le altre specie che hanno registrato "stanno effettivamente usando quei suoni per comunicare l’uno con l’altro". E aggiunge: "sembra una grande omissione". Sicuramente è corretto approfondire la questione ma, forse, è anche vero che…
Vorrei salutarti con una riflessione. Sempre su Scientific American, Irene Ballagh, zoologa dell'Università della British Columbia e cresciuta in Nuova Zelanda, ha raccontato di aver sentito parlare delle vocalizzazioni dei tuatara da sua madre e da altre persone che avevano familiarità con questi rettili. Però, nel corso della sua carriera, l'establishment scientifico — composto da scienziati dell’emisfero boreale — continuava ad affermare che i tuatara fossero silenziosi. Nessuno di loro aveva mai pensato di chiedere pareri e confrontarsi con le persone del posto che li osservavano da un bel po’.
Questo ci dice tanto su quanto possa essere utile la citizen science.
Mi stavo quasi dimenticando di farteli ascoltare questi suoni registrati dai ricercatori. Eccoli qui!
Qualcosa da…
… leggere
Alcuni articoli divulgativi sulla ricerca comparsa su Nature Communications riguardante l’origine della comunicazione acustica nei vertebrati:
🤫Vocal communication recorded in 53 animals we thought were silent | New Scientist
🔍Pikaia – Che chiasso, questi vertebrati! Un’origine comune per la loro comunicazione acustica
Per saperne di più sulla comunicazione degli animali, ti consiglio il libro di Francesca Buoninconti, Senti, chi parla. Cosa si dicono gli animali (Codice edizioni, 2021). Qui la mia recensione:
Cosa si dicono gli animali? Lo svela "Senti chi parla" | Sapereambiente
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Alessia