I falsi ricordi della seppia
[Foglie sparse #87] La memoria può giocare brutti scherzi anche nei cefalopodi?
Buona domenica!
Nelle scorse settimane, mentre ero alla ricerca di articoli da consigliare sul mio canale Telegram, sono inciampata in un pezzo sui falsi ricordi: sui processi che coinvolgono la nostra memoria, sui loro errori e sulla possibilità di innestare dall’esterno ricordi di episodi mai accaduti. Una prospettiva affascinante e allo stesso tempo terrificante.
Siamo la sola specie a cadere in questi tranelli? A ricordare un evento che non è mai accaduto? Nonostante appaia come qualcosa di peculiare e complesso, c’è un altro animale molto diverso da un umano che forse condivide un meccanismo simile con noi: la seppia.
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Più che un film, è una costruzione fatta con i Lego
Come si forma un falso ricordo? È un malfunzionamento della nostra memoria episodica, una memoria a lungo termine in cui sono conservati gli eventi del passato. Il ricordo, però, non viene depositato in una forma simile a un film (o un video su YouTube), ma è suddiviso in “blocchi”. Durante un evento, le caratteristiche che lo compongono vengono codificate e immagazzinate separatamente nel cervello, per poi essere ricostruite quando viene recuperata la memoria dell’evento stesso.
Come ha dichiarato in un’intervista Charan Ranganath, professore di psicologia e neuroscienze della University of California - Davis, formare un ricordo è come costruire con i Lego.

Quando giochiamo con i Lego, abbiamo la possibilità di utilizzare dei fogli d’istruzioni differenti che ci mostrano come, con gli stessi mattoncini ma combinati in modo diverso, possiamo costruire il Millenium Falcon o l’Imperial Star Destroyer di Star Wars1 . Allo stesso modo, esistono caratteristiche condivise da diversi eventi e che quindi possono essere utilizzate per la ricostruzione di ricordi diversi.
La ricostruzione è verificata da quelli che sono definiti processi di monitoraggio della fonte in cui, però, ci possono essere degli errori, soprattutto quando eventi differenti condividono più caratteristiche, producendo sovrapposizioni difficili da discriminare e portando, quindi, alla creazione di falsi ricordi.
Memorie di una seppia
Tra gli animali non umani, una memoria simile a quella episodica è stata osservata nelle seppie (Sepia officinalis), molluschi cefalopodi che credo conoscerai. In studi precedenti, è stato dimostrato che possiedono capacità connesse alla memoria di tipo episodico, ricordando cosa hanno mangiato, dove e quanto tempo prima e, inoltre, riescono a rammentare la modalità di percezione di un evento passato.
Per comprendere se questa memoria, come quella episodica umana, si basi su processi di ricostruzione, è stato realizzato un esperimento2 i cui risultati sono stati pubblicati su iScience.
Il gruppo di ricerca ha provato a indurre falsi ricordi nelle seppie, esponendole a eventi successivi che avevano molte caratteristiche in comune. Le scienziate e gli scienziati coinvolti volevano capire se sarebbero riusciti a portare gli animali a ricordare di aver visto il loro cibo preferito, i gamberetti, in un particolare contenitore anche quando non lo avevano fatto.

Alle seppie sono stati mostrati dei cilindri, uno con dei gamberetti (il loro snack preferito), uno con un granchio (un cibo meno prediletto) e uno vuoto. La superficie di ciascun contenitore era decorata con motivi diversi. In questo caso, gli animali avevano la possibilità di vedere il contenuto interno.
Successivamente, ai cefalopodi sono stati mostrati cilindri in eventi fuorvianti e non fuorvianti3. Ad esempio, sono stati esposti il cilindro con la fantasia “gamberetto” e quello con la fantasia “vuoto”, entrambi profumati dalla fragranza di gamberetto: in questo caso l’odore e la superficie sono state le caratteristiche fuorvianti (infatti anche il cilindro “vuoto” profumava del piccolo crostaceo). Oppure entrambi i contenitori sono stati riempiti di semplice acqua (in questo caso il tranello era solo visivo). L’evento non fuorviante è stato mostrare solo il contenitore “gamberetto” con l’odore correttamente abbinato.

A questo punto il quesito a cui rispondere era:
le seppie ricorderanno — erroneamente — che c'erano dei gamberetti nel cilindro vuoto perché hanno visto quel contenitore, una seconda volta, in presenza di quello con i gamberetti?
Il falso ricordo di un gamberetto
Le seppie, invece di scegliere il cilindro che avrebbe dovuto contenere il granchio — uno spuntino comunque gradito, anche se meno dei gamberetti —, hanno optato più spesso di quanto previsto per il cilindro vuoto, probabilmente perché ricordavano potesse contenere la loro merenda preferita.
I cefalopodi che hanno partecipato all’esperimento sono stati influenzati, presumibilmente, da un evento fuorviante presentato dopo quello originale. La somiglianza tra eventi potrebbe aver creato una sovrapposizione nella codifica o nel recupero dei ricordi, proprio come descritto in precedenza per la formazione di falsi ricordi.
È un po’ presto per trarre conclusioni dato il numero esiguo di esemplari (15) e l’impossibilità di testare più volte gli stessi individui nelle stesse condizioni. Per questo motivo, ad esempio, lo studio non permette di determinare se esistano o meno differenze tra individui diversi nella propensione a formare falsi ricordi, cosa che invece è stata osservata in noi umani. In futuro, forse, riusciremo a capire se le seppie che hanno scelto il cilindro vuoto lo hanno fatto accidentalmente, ricordando dove fosse il granchio ma non essendo sicure di aver scorto o meno i gamberetti nel cilindro vuoto, o deliberatamente, ricordando di aver già visto dei gamberetti lì.
Questa ricerca è tra le prime a indicare la possibile presenza di processi ricostruttivi nella memoria di tipo episodico delle seppie.
Come riportato nell’articolo pubblicato su iScience:
La ricostruzione può essere necessaria per alleggerire le richieste cognitive, ma può anche essere utilizzata per ricombinare scenari passati per creare e pianificare eventi futuri, un’abilità che deve ancora essere esplorata nelle seppie.
Non sappiamo ancora se gli androidi sognino pecore elettriche, ma possiamo iniziare a immaginare che le seppie ricordino, a volte in maniera sbagliata, dei gustosi gamberetti.
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Qualcosa da…
… leggere
📰 I ricordi non sono fotografie, sono dipinti a olio che non finiamo mai di ritoccare. Qui l’articolo che contiene l’intervista a Charan Ranganath, professore di psicologia e neuroscienze della University of California - Davis, che ho citato. Si intitola Your memories are like paintings ed è pubblicato su Nautilus Magazine.
Rinunciare oggi per ottenere una ricompensa domani. Alcune seppie sembrano capaci di farlo. Ne ho scritto in un articolo di qualche tempo fa su Sapereambiente.
… leggere (di un po’ più lungo)
📚 Per approfondire la tua conoscenza dei cefalopodi (di cui non fanno parte solo le seppie ma, ad esempio, anche polpi e calamari) ti consiglio vivamente di leggere Altre menti (Adelphi, 2018), scritto da Peter Godfrey-Smith, professore di Storia e filosofia della scienza.
È ora di andare.
Buona giornata,
Alessia
In verità i mattoncini per i due soggetti sembrano molto simili, ma non ho avuto modo di controllare se siano esattamente gli stessi. I Lego nerd mi perdoneranno qualche inesattezza.
L'allevamento e gli esperimenti sulle seppie sono stati condotti in conformità con la normativa francese per la protezione e l'utilizzo degli animali nella ricerca e la Direttiva 2010/63/UE del Parlamento Europeo. I cefalopodi sono gli unici invertebrati introdotti nella direttiva europea sulla sperimentazione animale affinché ne venga tutelato il benessere.
Negli eventi fuorvianti e non fuorvianti della seconda fase dell’esperimento alle seppie non veniva mostrato il contenuto dei cilindri.