Scambi culturali tra umani e altri animali
[Foglie sparse #86] Riflettere sulle relazioni che possono instaurarsi tra specie diverse, compresa la nostra.
Ciao!
Eccoci qui dopo la pausa estiva, che spero sia stata per te serena e rigenerante. Personalmente ho fatto del mio meglio per rilassarmi e godermi il tempo libero.
Prima di iniziare le vacanze ho recensito La vita segreta delle iene, scritto dall’antropologo Marcus Baynes - Rock e tradotto da Isabella C. Blum per Adelphi. È stata una lettura coinvolgente, che sfida alcune convinzioni sul rapporto tra esseri umani e animali selvatici.
Premessa doverosa: è corretto promuovere comportamenti che riducano al minimo il conflitto tra comunità umane e fauna selvatica e che proteggano quest’ultima da morte, cattività e sfruttamento (e anche noi da incidenti letali). Una volpe che si abitua ad avvicinarsi a una persona non comprenderà quanto rischioso possa essere andare incontro a un cacciatore; un orso che visita un centro abitato per rovistare nella spazzatura e gustare un sostanzioso spuntino composto dai nostri avanzi può diventare pericoloso per gli abitanti e, nel peggiore degli scenari, essere destinato al confinamento in un centro di recupero o, più drammaticamente, alla soppressione. Questi sono solo alcuni esempi.

Eppure esistono casi in cui animali umani e non intessono relazioni che diventano fonte di arricchimento culturale per entrambe le parti. Sì, perché anche gli animali hanno le proprie culture e gli scambi tra specie diverse non sono una novità.
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Le iene di Harar
Sono trascorsi esattamente 15 anni da quando Marcus Baynes - Rock, dottorando in antropologia, partì alla volta di Harar, in Etiopia. Il suo compito era quello di raccogliere dati su un fenomeno molto particolare: le iene di due clan presenti sul territorio erano ormai abituate a percorrere le strade della città e a interagire con i suoi abitanti. Questi animali erano divenuti i protagonisti di riti e tradizioni e un’attrazione per turisti che — se tutto andava bene — potevano assistere a uno spettacolo serale che consisteva nell’osservare le iene imboccate direttamente da alcuni uomini del posto. Ho scritto “se tutto andava bene” perché le iene di Harar non sono costrette o addestrate: si avvicinano al centro abitato e alle persone quando e se ne hanno voglia.
Baynes - Rock si accorse subito della complessità della sua ricerca, non solo per le difficoltà intrinseche nella raccolta di materiale e nei rapporti con le comunità presenti, ma anche e soprattutto perché gli era toccato studiare da vicino degli animali e lui era privo di una formazione in etologia o zoologia. Ed è forse questo che ha reso il suo racconto diverso. Tra le pagine seguiamo Marcus che, contrariamente a ciò che suggerirebbero le basi per un’analisi scientifica del comportamento animale, si avvicina fisicamente e psicologicamente alle iene: le spia, dà loro un nome, interagisce con loro fino ad arrivare a giocare con alcuni esemplari, al chiaro di luna.
Per l’autore del libro la differenza tra il suo approccio e quello che normalmente seguirebbero biologi ed etologi era diventata evidente durante una visita nella Riserva Naturale di Masai Mara, in Kenya: lì ricercatrici e ricercatori conducono analisi del comportamento delle iene tramite osservazioni, riducono al minimo i contatti con gli animali studiati, utilizzano radiocollari e altri strumenti per migliorare la qualità dei dati.
Marcus Baynes - Rock ci pone davanti a una prospettiva differente, ci racconta di coesistenza tra antichi nemici, iene e umani, e ci spinge a domandarci se il contatto tra noi e gli animali selvatici sia sempre da considerarsi qualcosa di negativo.
Esistono in natura tanti altri casi di interazioni tra specie differenti, tra cui anche Homo sapiens, che contribuiscono a un’evoluzione culturale degli animali coinvolti.
Culture che evolvono insieme
A tal proposito, un articolo pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Trends in Ecology & Evolution ha parlato di co-culture.
Due popolazioni di differenti specie possono influenzare le proprie culture reciprocamente attraverso attività comuni. È un concetto che evidenzia quanto le società animali e umane possano essere complesse e interconnesse.
Qui su Foglie sparse avevamo già trattato un esempio di questo tipo di interazioni: la cooperazione tra esseri umani e gli uccelli indicatori golanera che insieme vanno a caccia di miele e cera d’api.
Un altro caso di cooperazione tra umani e animali è quello tra delfini e pescatori, in Brasile: pescano insieme coordinandosi. Questa è una tradizione culturale della città di Laguna, sulla costa meridionale del Brasile, presente da più di 140 anni e tramandata attraverso generazioni di pescatori e delfini. Entrambe le specie beneficiano di questa collaborazione, infatti gli uomini guadagnano di più e i mammiferi marini registrano un tasso di sopravvivenza maggiore.

Esistono casi di co-cultura anche tra animali non umani: Octopus cyanea, un polpo delle zone tropicali caccia in maniera cooperativa con la cernia corallina leopardo, Plectropomus leopardus, in Australia. Le due specie mostrano abilità complementari, infatti il polpo, con le sue braccia, riesce a raggiungere gli anfratti più profondi, la cernia, con i suoi scatti più rapidi, acchiappa la preda uscita allo scoperto.
Imparare dalla coevoluzione culturale
Come riporta l’articolo su Trends in Ecology & Evolution, animali di specie diverse interagiscono, imparano e si adattano all’ambiente che condividono in differenti modi. Esplorare queste relazioni ci aiuterà a capire meglio le modalità di apprendimento e le reti sociali interspecie, o ancora, come l’ambiente urbano influenzi le società umane e animali. Tutte questioni che esercitano un impatto sulla conoscenza e conservazione della fauna selvatica. Un altro grande quesito riguarda la possibilità che la coevoluzione culturale possa, in seguito, condurre a una coevoluzione genetica. È già accaduto tra noi e i lupi, divenuti poi cani.
Come scrive l’etologa Elizabeth Marshall Thomas nella prefazione de La vita segreta delle iene:
[…] quando si tratta di relazioni e di mescolanze di stili di vita, sul pianeta non vi è forse una sola forma di vita che si limiti a interagire con i propri simili.
Ed è per questo che è necessario ridurre i conflitti e supportare la coesistenza, senza pregiudizi e con una dose infinita d’impegno.
Qualcosa da…
… leggere
📚 Il libro di Marcus Baynes - Rock, La vita segreta delle iene (Adelphi, 2024). Qui la mia recensione per Pikaia - Il portale dell’evoluzione.
📱 Una riflessione sui contatti tra umani e animali selvatici pubblicata su Facebook da Simone Pollo, professore associato di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Roma Sapienza.
… ascoltare
🎧 La puntata di Radio3 Scienza dedicata alla ricerca dell’antropologo Baynes - Rock.
Ci rivediamo nella tua casella di posta elettronica tra due settimane, anzi prima perché c’è una piccola sorpresa. La scoprirai nei prossimi giorni 😉
A presto,
Alessia
Questa puntata mi risuona tantissimo, specie dopo che ho sentito l'intervento di Telmo Pievani al Festivaletteratura di Mantova: raccontava dei castori come ingegneri ecosistemici per riflettere poi sul comportamento umano. E intrecciando il suo discorso a diverse domande dal pubblico, ha poi parlato di coevoluzione e di una correlazione tra cooperazione e giustizia sociale, specie negli scimpanzé, studiati e raccontati dall'etologo Frans de Waal.
Ciao Alessia, ho scoperto da poco la tua newsletter e ho trovato questa puntata super interessante: felice di essere qui :)