Te lo leggo in faccia
[Foglie sparse #70] Di strani giri tra serie tv, psicologia e comportamento animale
Buona domenica!
Scrivere la newsletter di oggi mi rende particolarmente felice perché mette insieme serie televisive e animali. Quindi non indugio oltre!
Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay (più in là capirai il perché di questa immagine)
Partiamo subito con la sigla.
Ricordi Lie to me?
Lie to me è una serie televisiva trasmessa da Fox tra il 2009 e 2011. Il protagonista è un carismatico psicologo che si occupa di linguaggio non verbale, Cal Lightman, interpretato da Tim Roth. Lightman è il massimo esperto di lettura delle microespressioni facciali, movimenti impercettibili dei nostri muscoli del volto che, a un occhio allenato, rivelano l’emozione realmente provata dalla persona osservata. Questa capacità rende Lightman particolarmente prezioso per polizia ed FBI che lavorano con lui e con il suo team di ricerca, il Lightman Group. Il culmine delle puntate è spesso il momento degli interrogatori, in cui i volti di vittime, testimoni e indagati, vengono analizzati al millimetro per scovare quel contrasto tra espressione mostrata e microespressione che può essere rivelatore del tentativo di celare la verità.
Ma questa storia è completamente fiction? Esiste un vero Lightman in grado di leggere le emozioni nei volti delle persone?
Il vero Cal Lightman e lo studio delle espressioni facciali
La figura di Cal Lightman di Lie to me è liberamente ispirata a una persona reale, che è stata anche consulente scientifica della serie: Paul Ekman.
Paul Ekman è lo psicologo americano che ha scoperto le microespressioni facciali. Già negli anni ‘50 la sua ricerca si occupava di espressioni del viso e movimento del corpo, compreso il gesticolare delle mani (chissà quante cose potrebbe raccontare di noi italiani 😁). Negli anni ‘60 iniziò a dedicarsi al linguaggio non verbale, confrontandolo nelle diverse culture, concentrandosi sul legame tra espressioni facciali e emozioni, fino ad arrivare alle microespressioni facciali.
Le individuò studiando casi clinici di pazienti che avevano mentito sul loro stato emotivo: esaminò al rallentatore i video in cui avevano affermato di non essere depresse, di stare meglio, per poi, purtroppo, tentare il suicidio poco dopo (questo tema sarà ripreso nella serie, diventando la motivazione che ha spinto Lightman ha intraprendere la sua professione). Fu così che Ekman, insieme al collega Friesen, scoprì questi segnali quasi impercettibili nel volto dei pazienti che stavano cercando di nascondere forti sentimenti negativi.
Ma cosa sono esattamente le microespressioni facciali? Sono espressioni facciali che si verificano in frazioni di secondo. Sono involontarie e manifestano le vere emozioni di una persona.
In seguito Ekman dimostrò che esistono espressioni facciali sia universali sia specifiche per cultura di appartenenza. Pensa che per ricercare prove dell’universalità di alcune, lo psicologo partì per la Papua Nuova Guinea con lo scopo di catturare i volti e somministrare test ai membri di una tribù pre-letterata: in questi luoghi nessuna televisione e nessun cinema avrebbe potuto condizionare l’espressione dei loro volti, genuinamente mossi da emozioni comuni in tutta l’umanità.
E quali sarebbero le 7 espressioni universali riconosciute?
Rabbia
Disgusto
Paura
Sorpresa
Felicità
Tristezza
Disprezzo
Stiamo parlando di scienza, quindi ci dovrà essere un modo per codificare queste espressioni, uno strumento per descriverle e classificarle oggettivamente. E infatti c’è…
È il FACS!
Il FACS (Facial Action Coding System) è un sistema standardizzato, basato sull’anatomia, che identifica i cambiamenti di aspetto relativi a movimenti facciali e mira a individuare le singole contrazioni muscolari, concentrandosi non sull'espressione delle emozioni ma sulla produzione di movimenti facciali spontanei. Realizzato sempre da Ekman — nel 1978 ancora con il collega W. Friesen, per poi aggiornarlo nel 2003 con J. Hagar — il FACS fa riferimento ai cambiamenti di aspetto associati a 33 contrazioni muscolari facciali (AU, Action Unit, Unità d’Azione) e altri 25 movimenti generali della testa/degli occhi. È un sistema descrittivo.
Ora mi dirai: ok, ma gli animali cosa c’entrano?
Anche gli animali (non tutti) hanno il loro FACS
Il FACS umano è stato modificato per studiare le espressioni facciali (alcuni studiosi preferiscono il meno compromettente “comportamenti facciali”) degli animali. Ne esistono 8:
ChimpFACS, per gli scimpanzé (Pan troglodytes);
MaqFACS, per i macachi reso (Macaca mulatta);
GibbonFACS, per le specie di ilobatidi (i gibboni);
OrangFACS, per gli oranghi (Pongo spp.);
DogFACS, per i cani (Canis lupus familiaris);
CatFACS, per i gatti (Felis catus);
EquiFACS, per i cavalli (Equus ferus caballus);
CalliFACS, per gli uistitì (primati appartenenti al genere Callithrix).
L'Animal Facial Action Coding System è uno strumento scientifico osservativo e consente una misurazione oggettiva dei movimenti facciali negli animali non umani. Ogni sistema AnimalFACS si basa sul FACS umano, in modo che i singoli movimenti possano essere confrontati direttamente tra le specie.
A cosa possono servire sistemi di questo tipo per gli animali? Una delle applicazioni è lo studio della comunicazione interspecie (individui di specie diverse) e intraspecie (individui della stessa specie).
Come forse ti avrò scritto in qualche newsletter precedente, la comunicazione animale si basa su diversi tipi di segnali: sonori, tattili, chimici e visivi, tra questi ultimi ci sono proprio le espressioni facciali. Ad esempio, è stato dimostrato che i cani le utilizzano per comunicare con noi umani e che alcune particolari espressioni hanno rivestito un valore importante nel processo di domesticazione.
Nessun mezzo setter è stato maltrattato per la realizzazione di questo scatto.
In un articolo pubblicato nel 2019 su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), gli scienziati hanno illustrato questo possibile legame tra domesticazione ed espressioni facciali dei nostri amici a 4 zampe. Esiste un muscolo responsabile di un innalzamento intenso della parte interna del sopracciglio presente nei cani in maniera uniforme, ma non nei lupi. L’espressione da “sono un tenero cucciolo, non mi abbandonare” creata dal movimento del sopracciglio (movimento molto più frequente nei cani che nei lupi) è qualcosa che gli esseri umani riproducono quando sono tristi e, rivederla in un altro animale, stimola in noi una risposta di cura. Questa espressione e lo sviluppo del muscolo da cui dipende potrebbero, quindi, essere il frutto della selezione operata dall’uomo: tra i lupi con cui avevamo contatti, ci sarebbe stato qualche esemplare che ha riprodotto l’espressione (per ciò che abbiamo detto, in maniera meno intensa di quella che osserviamo oggi nei cani) e ce ne siamo presi cura, selezionandolo e arrivando oggi a Willy che ti guarda così quando stai per uscire di casa (ammetto che in questa foto l’espressione non è così chiara).
In “soli” circa 30.000 anni, la domesticazione avrebbe trasformato l'anatomia dei muscoli facciali dei cani per la comunicazione con gli umani.
L’analisi delle espressioni facciali degli animali ha molte applicazioni e cela molte curiosità.
Poiché stiamo giungendo alla conclusione di questa newsletter e i potenti mezzi di Substack — la piattaforma che mi ospita — ce lo permettono, ti chiedo:
Attendo impaziente il verdetto 😉
Qualcosa da…
… leggere
📚 Il tema di questa newsletter è stato ispirato da un libro che sto leggendo e di cui probabilmente ti parlerò anche in futuro. È L’ultimo abbraccio. Cosa dicono di noi le emozioni degli animali del primatologo Frans De Waal (Raffaello Cortina Editore, 2020).
🤓 Come nella serie c’era il Lightman Group, fuori dalla finzione c’è il Paul Elkman Group. Sul suo sito potrai trovare di tutto sul lavoro dello psicologo e corsi per imparare a leggere le microespressioni nei volti umani. C’è persino una sezione dedicata alla serie Lie to me, Dr. Ekman’s Episode Critiques. Differentiating hard science from pure entertainment, con una sorta di debunking delle puntate delle 3 stagioni.
🐵 Il sito dedicato agli AnimalFACS, da cui è anche possibile scaricare gratuitamente i manuali mediante la compilazione di un apposito form.
💡 E se quando hai letto delle 7 espressioni universali ti si è accesa una lampadina in testa, non stavi sbagliando: Paul Ekman è stato consulente anche nella realizzazione di Inside Out.
Qui un articolo che ne parla, pubblicato su The New York Times.
Prima di lasciarti alla tua domenica, ti volevo avvisare che le prossime newsletter potrebbero arrivare in maniera un po’ meno regolare. Sto cercando di cavalcare uno tsunami di impegni, però non voglio rinunciare a questo nostro appuntamento.
Alla prossima,
Alessia