La lunga storia dell'etologia
[Foglie sparse #103] Un'opportunità per far conoscere lo studio del comportamento animale ai più giovani e la difficoltà di riassumerne le tappe fondamentali.
Buona domenica,
alcune settimane fa è stato pubblicato un mio approfondimento sulla storia dell’etologia nel sito Aula di Scienze Zanichelli, la rivista online dedicata alle materie scientifiche, pensata per docenti, studentesse e studenti. Sono felice di poter parlare loro di animali umani e non umani da diverse prospettive.
La storia dello studio del comportamento animale ha radici antiche ed è popolata da tantissime scienziate e scienziati che, con le loro ricerche, hanno permesso a questa disciplina di crescere e uscire dalle pubblicazioni scientifiche per arrivare a un pubblico più ampio. Scegliere di chi e di cosa parlare non è stato banale e ha richiesto qualche sacrificio. Credo possa essere un po’ come per gli sceneggiatori che adattano il testo di un libro a un prodotto cinematografico: a qualcosa bisogna rinunciare per far funzionare il racconto, poiché ciascun mezzo richiede tempi e linguaggi differenti.
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La nostra atavica curiosità verso gli altri animali
Come ho scritto nell’articolo, gli esseri umani osservano gli altri animali dalle loro origini più lontane: inizialmente non era solo curiosità, ma una questione di vita o di morte, essendo nello stesso tempo possibili prede e predatori.
Sebbene non abbia indugiato su questo aspetto, ho trovato estremamente affascinanti le modalità in cui, in epoca classica e nel Medioevo, abbiamo cercato di conoscere le altre specie e persino alcuni degli errori commessi nell’interpretazione della natura che circondava quei primi studiosi.
Nella Grecia del IV secolo a.C., Aristotele scrive del mondo naturale nella sua opera Storia degli animali, i cui libri VIII e IX costituiscono un primo trattato sul comportamento animale basato su osservazioni personali e aneddoti. Nei suoi testi troviamo intuizioni rivelatesi corrette, come la descrizione delle cure parentali del Silurus aristotelis, un pesce della Grecia occidentale, i cui maschi difendono un piccolo territorio e costruiscono un nido con materiali vegetali per le uova deposte dalla femmina nel periodo riproduttivo. Una volta fecondate, il maschio rimane a pulire il nido e difendere la prole. C’è anche qualche interpretazione fantasiosa, come nel caso del pettirosso e del codirosso.

I due uccelli, che frequentano anche la nostra penisola, sono presenti nel territorio greco in periodi diversi dell’anno: il pettirosso vi trascorre l’inverno, fuggendo dalle temperature rigide del nord Europa, il codirosso arriva invece in primavera, migrando dall’Africa sub-sahariana. Aristotele, forse confuso dal rosso che li accomuna, pensava che si trattasse di un unico uccello che subiva una trasmutazione nel passaggio da una stagione all’altra.
Meno rigoroso e lontano da un primordiale metodo scientifico, è Plinio il Vecchio che nella sua Naturalis Historia è più attratto dalle curiosità del regno animale. Un esempio è quello dell’elefante, che l’autore latino rappresenta come un animale dall’intelligenza simile a quella umana e caratterizzato da onestà, prudenza e giustizia. Nel Medioevo, gli animali diventeranno vera e propria incarnazione di vizi e virtù umani. Ritroviamo questa concezione nei bestiari, opere che — come scrive lo storico Michel Pastoreau in Bestiari del Medioevo — «Non sono trattati di storia naturale, almeno non nel senso comune del termine, ma opere che parlano degli animali per meglio parlare di Dio, di Cristo, della Vergine, a volte dei santi, e soprattutto del diavolo, dei demoni e dei peccatori».

Sarà necessario attendere il XVIII secolo per parlare degli animali e dei loro comportamenti in maniera scientifica e più estesa.
Simmetrie e l’importanza dello studio delle emozioni
Nell’approfondimento ho dovuto sorvolare sullo studio del comportamento animale nel Settecento e Ottocento — citando comunque e doverosamente Charles Darwin — per concentrarmi sulle scienziate e scienziati più importanti e popolari del Novecento. Non poteva mancare Pavlov con il suo esperimento sui cani, alla base della conoscenza dell’apprendimento associativo e del rinforzo positivo che, ancora oggi, adoperiamo per insegnare determinati compiti ai nostri cani (quelle bestie empie e impure che descriveva parte della tradizione medievale😛).
Ho realizzato una simmetria tra i tre padri dell’etologia, vincitori del premio Nobel per la fisiologia e la medicina nel 1973, Konrad Lorenz, Karl von Frisch e Nikolaas Tinbergen, e le tre studiose che tra gli anni Sessanta e Settanta rivoluzionarono la nostra conoscenza dei primati, Jane Goodall, Dian Fossey e Biruté Galdikas.
Ho dedicato un paragrafo al primatologo, scrittore e divulgatore recentemente scomparso, Frans de Waal, e alla sua lezione sulle emozioni degli animali. Se vuoi saperne di più, qui una vecchia puntata di Foglie sparse su di lui:
Ci sarebbero stati tanti altri etologi di cui parlare, ma il numero di battute a disposizione è stato tiranno. Uno degli studiosi non menzionato che sicuramente ha rivestito un ruolo di rilievo nella disciplina — e a cui mi piacerebbe dare spazio in altri articoli e, perché no, in questa newsletter — è Edward Osborne Wilson, biologo, mirmecologo1, e fondatore della sociobiologia, ossia lo studio sistematico dell'evoluzione biologica del comportamento sociale. È stato anche scrittore di saggi, grazie ai quali ha ricevuto ben due premi Pulitzer per la saggistica: Sulla natura umana, del 1979, e Formiche, del 1991. Il suo contributo è stato importante e in parte controverso, a causa di accuse di sessismo e razzismo legate ad alcune sue teorie.
A cosa serve l’etologia?
Dopo aver percorso un breve viaggio nella storia dell’etologia, è possibile comprendere che le sue applicazioni sono molteplici: dallo studio comparato della psicologia nelle diverse specie alla progettazione di programmi efficaci di conservazione della natura, dalla ricostruzione dei processi evolutivi che ci hanno portato fin qui al miglioramento del benessere animale in allevamenti, laboratori di sperimentazione animale e giardini zoologici.
Forse, però, uno degli insegnamenti più preziosi era già stato espresso da Charles Darwin e oggi emerge in tutta la sua forza e chiarezza:
«Da quando è nata, l’etologia ci ha aiutati a definire il nostro posto nel mondo, spesso per cercare ciò che ci rendesse unici e ci separasse dagli altri animali. Oggi è una disciplina che si impegna a migliorare la vita delle altre specie e che sta abbattendo i confini che per secoli abbiamo eretto, ricordandoci qualcosa che proprio Charles Darwin aveva intuito: non siamo altro che animali tra gli animali».
Qualcosa da…
… leggere
📚 Una piccola selezione dei libri che ho consultato per scrivere l’articolo per Aula di Scienze Zanichelli e che potrebbero interessarti:
👉 L’éthologie (presque) facile! dell’etologa e divulgatrice scientifica Agatha Liévin-Bazin;
👉 Konrad della giornalista Ilona Jerger, pubblicato in Italia da Neri Pozza, nella traduzione di Irene Abigail Piccinini;
👉 Il volume Etologia. Lo studio del comportamento animale, un manuale più tecnico pubblicato da UTET.
… ascoltare
🎧 Sto finendo di scrivere questa newsletter mentre ascolto il Bestiario musicale di Lucio Corsi. Lo condivido con te!
Buona giornata e a presto,
Alessia
𝘚𝘰𝘯𝘰 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪𝘢 𝘊𝘰𝘭𝘢𝘪𝘢𝘯𝘯𝘪, 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘭𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘶𝘭𝘨𝘢𝘵𝘳𝘪𝘤𝘦 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢. 𝘚𝘤𝘳𝘪𝘷𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘊𝘰𝘳𝘳𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘚𝘦𝘳𝘢, 𝘐𝘭 𝘛𝘢𝘴𝘤𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦, 𝘗𝘪𝘬𝘢𝘪𝘢 - 𝘐𝘭 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘈𝘶𝘭𝘢 𝘥𝘪 𝘚𝘤𝘪𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘡𝘢𝘯𝘪𝘤𝘩𝘦𝘭𝘭𝘪, 𝘋𝘰𝘨𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘭 𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘢𝘵𝘦. 𝘘𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢𝘪 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘰 è 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘯𝘦𝘸𝘴𝘭𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳, 𝘍𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘴𝘦, 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘪𝘮𝘢𝘭𝘪 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘷𝘪𝘷𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘣𝘶𝘰𝘯𝘢 𝘥𝘰𝘴𝘦 𝘥𝘪 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘪𝘻𝘻𝘪𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘱𝘰𝘱. 𝘈𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘶𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘦𝘭𝘦𝘵𝘵𝘳𝘰𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘥𝘰𝘮𝘦𝘯𝘪𝘤𝘩𝘦. 𝘚𝘦 𝘵𝘪 è 𝘱𝘪𝘢𝘤𝘪𝘶𝘵𝘢, 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘪𝘭𝘢!
La mirmecologia è quel ramo dell’entomologia che studia le formiche.